E’ una vita che mi occupo di biciclette e di ciclismo (e di pochissime altre cose), ma fino a ieri Antoine Demoitié non sapevo nemmeno chi fosse. Se volessi fare il giornalista serio ora andrei a ripercorrere la sua carriera, a cercarne i numeri su cqranking o procyclingstats, a tradurre qualche pagina dei siti sportivi belgi per ricostruirne la storia. ma qui non mi interessa, perchè tanto antoine demoitie resterà soltanto un altro, l’ennesimo numero di una strage che non accenna a diminuire la sua richiesta di sangue.
Antoine Demoitié è morto in gara, durante una corsa splendida come la Gent-Wevelgem, nobilitata dall’attacco di Sep Vanmarcke, dalla solare resistenza di vyacheslav Kuznetsov, dall’aggressiva rivalità tra fabian cancellara e peter sagan, uno che a furia di scornarsi coi rivali sta diventando il motore stesso delle classiche, e finalmente è premiato. Di mezzo a tutto ciò è morto Antoine Demoitié. Ed è morto perchè è stato ucciso anche lui, come troppi altri colleghi prima. ammazzato da una motocicletta in strada, come aveva rischiato di capitare a stig broeckx alla kuurne-bruxelles-kuurne, e a tanti altri -da fuglsang a van avermaet, da sergent allo stesso sagan- negli ultimi mesi. Continua a leggere