[M.H.]

13782167_1134661826606722_2829756008355758904_n

all’inizio della scorsa estate ho ricevuto una telefonata che non aspettavo e ho scoperto un mondo che non mi aspettavo. nel giro di due settimane, mi sono ritrovato a impacchettare quattro magliette e cinque paia di mutande, fare un passaporto d’urgenza e volare ai piedi dell’unico punto che conoscevo bene di tutto ciò: il Muur di geraardsbergen. da lì è cominciato l’inseguimento a una lunga traversata d’Europa in bicicletta, nota come Transcontinental Race. una pedalata che si snodava tra incontri più che tra luoghi, anche per chi come noi non pedalava.

il primo incontro è stato con questo tipo strano, che sembrava uscito da un romanzo fantasy e parlava un inglese ai limiti del comprensibile. un tipo che ho scoperto con lo scorrere dei chilometri, come tutta questa storia fatta di birra e ciclismo. ci ho scambiato troppe poche parole con Mike Hall, quando sapevo che avrebbe avuto parecchio da raccontarmi. l’ho incontrato qua e là lungo la strada, l’ho ritrovato al traguardo in turchia, a Çanakkale, con un sacchetto di lattine di Efes da consegnare a chi arrivava alla fine della corsa. l’ho rivisto a milano lo scorso novembre, quando ci trovammo insieme sullo stesso palco a presentare la prossima Transcontinental, l’ultima che ha disegnato, la prima che non vedrà con i suoi occhi.

lo sappiamo tutti quando siamo in bici, può succedere, basta pochissimo. il puntino di Mike ha smesso di lampeggiare sul percorso dell’Indian Pacific Wheel Race questa notte, travolto da un’auto mentre pedalava. è ciò che ha fatto per una vita, per decine di migliaia di chilometri in cinque continenti, fino alla fine, e per ogni pedalata ha attraversato, creato e spinto l’occasione per un incontro, tra ciclisti fermi o in movimento. e anche smettendo di pedalare, tutto questo movimento continua ad avanzare. immagino che Mike l’abbia sempre saputo: altrimenti non avrebbe sempre pedalato sorridendo.

(la foto è di gianmarco dodesini valsecchi, alla partenza della TCRNo4 – un incontro)
(qui c’è una raccolta fondi per sostenere le spese dei familiari di Mike in questi giorni)

Un pensiero su “[M.H.]

  1. Pingback: ai risvegli di merda non ci si abitua mai | Ho Il Ciclo

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...