e così i’ Brocci è andato a parlare con Lappartient. faccio fatica a pensare a due figure così diverse, antitetiche quasi, nel ciclismo di oggi come Brocci e Lappartient. Eppure Brocci ha da sempre questa visione secondo cui le (buone) idee si fanno circolare, e quindi si va a parlare con tutti, pure con Lappartient. Evidentemente anche Lappa, per quanto non sembri, condivide questa visione. Che due come Lappartient e Brocci si parlino è una buona notizia per tutte e tutti.
e così i’ Brocci è andato a parlare con Lappartient e gli ha fatto delle proposte, o quantomeno ha condiviso con lui delle idee. Queste:
Corse su strade sconosciute, non più le solite salite classiche che conoscono tutti. Del resto anche le grandi classiche stanno cercando nuovi percorsi. Poi distanze più lunghe, oltre i 300 km, con partenze magari in notturna e bici senza rapporti da rampichino, così da mostrare chi davvero chi fa la differenza in salita. Banditi computer e radioline, rifornimenti solo a terra e divieto per i corridori di scendere sotto il 6% di grasso corporeo: che la smettano di avere quell’aspetto malsano, fanno quasi paura.
Certo, gli ha proposto un circuito alternativo al World Tour, perché le idee hanno bisogno di farsi spazio, non irrompono come un’esplosione. I circuiti alternativi nel ciclismo non funzionano, in questo ciclismo almeno non funzionano. In alcuni casi è anche un bene che non funzionino. In altri no: il ciclismo avrebbe bisogno di un circuito alternativo, ma l’alternativa dovrebbe essere alla stessa UCI. è qualcosa che tanti già praticano, altri pensano, anche i soggetti più ingombranti. è qualcosa che avverrà, inevitabilmente. Perché il ciclismo ha bisogno di rinnovarsi, l’alternativa è svanire lentamente.