Il Tour visto dal divano. Giorno 11 (ma tappa 10).

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la preveggenza del Foglio sul fu Nibalinejad

Obama: “niente da dichiarare?”
Nibalinejad: “il solito… insomma… embe’, e le foibe? e i maro’? e chris froome?”

nulla da dichiarare. la tappa disegnata su misura per la sky segna un dominio sky. quintana non c’è ma si difende bene, gesink fa una prova strepitosa ma mai come gallopin, che con fedrigo è l’eroe di giornata. e mettiamoci pure rolland, giacchè è il 14 luglio, ed è ora che inizi la sua chanson.. Continua a leggere

Il Tour visto dal divano. Giorni 7/8.

lo spot della Lira è ogni giorno l’highlight di tappa

due tappe, due palle, due birre.

non fosse stato per tekle, all’attacco come un pazzo pure ieri verso fougeres benchè non ce ne fosse alcun bisogno, non fosse stato per huzarski, all’attacco in due fughe diverse oggi – gesto che da solo vale un tour -, non fosse stato per due vincitori straordinari come cav (finalmente!) e vuillermoz, che si conferma uno dei prospetti più belli e concreti del ciclismo prossimo… be’, queste due tappe forse avrebbero fatto una birra in due. non fosse stato per la sete, anche… Continua a leggere

Il Tour visto dal divano. Giorno 1.

dennis ha schiantato la tappa tanto quanto mi sono schiantato io su tre cuscini ricoperti di polvere e sabbia.
una tappa bella e corta, calda e combattuta, almeno per quelli davanti, in cui i big della cronometro capitolavano, uno dopo l’altro, dietro alla prestazione gigante di questo talento australiano che ci aspettiamo sempre che spicchi il volo, senza accorgerci che il volo l’ha già spiccato.
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Il Tour visto dal divano. giorno 0.

Domani, tra poco più di 14 ore insomma, inizià il tour.

la crono di utrecht si aprirà con io mio mito Daniel Teklehaimanot e si chiuderà con il redivivo Nibalinejad. due parentesi umane che racchiudono tutto il bello di questa corsa: prima il coraggio e la spensieratezza del tekle pioniere d’africa, poi
quel corridore atomico che -come un anno fa- si veste della maglia di campione iraniano proprio a ridosso del Tour sostituendo il grigio e tristo nibali degli altri 11 mesi dell’anno.

sarà un tour importante questo che arriva, e non soltanto per la sfida tra i big 4 (no, qui gli slayer non c’entrano) che sta scaldando tutto l’ambiente [in tal proposito linko una lunga chiacchierata cui ho partecipato, qui] ma anche e soprattutto per il peso tecnico e politico che QUESTO tour più di ogni altro sembra aver assunto. Continua a leggere

Martellate. (duemilaquattordici)

Sebbene manchi ancora qualche giorno all’Amstel Curaçao, ritengo sia giunto il momento di sbilanciarsi e considerare la stagione su strada 2014 chiusa. forse non archiviabile, perchè la classicissima delle antille sicuramente lascerà un segno forte su tutta l’annata, ma ad ogni modo, si può trarre le conclusioni di quanto accaduto. di quanto pedalato.
segue, come da tradizione, una top10 abbondante di fine stagione, che inizia dalla testa.

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where the wild roses grow. il pagellone lunghissimo del #TdF2014

il tour de france è finito. Il tour dei francesi infine l’ha vinto il campione iraniano e lo ha fatto con pieno merito. Lo ha vinto anche navardauskas, almeno nel mio cuore, insieme a cheng ji e a pochi altri, ma nemmeno così pochi.
Un tour bellissimo, alla facciazza di una classifica chiusa da subito. Con un solo, enorme, difetto: che è finito. E ora sarà dura abituarsi alla normalità.

nibalinejad  *****
c’è da augurarsi da domani di non rivedere già vincenzo nibali, perchè questo nuovo corridore cattivo e dittatoriale è uno spettacolo a vedersi. Come se lo spirito dell’immenso Vino si fosse incarnato in lui. A questo tour si è visto un nibali diverso, radicalmente. Si è visto nibalinejad, nato con quello scatto a Sheffield, sublimato nel capire che dopo le cadute dei rivali non poteva più solo vincere ma doveva annichilire la corsa. L’ha fatto.

pinot  *****
il futuro del ciclismo francese non è roseo, è gialleo. Specie se può contare sulla crescita costante di questo ragazzino predestinato e altrettanto gufato. Bello al suo esordio due anni fa, splendido nella vuelta dell’anno passato, trionfale in questo TdF ad arrampicarsi sul gradino più basso del podio. Su quello più alto ci salirà l’anno prossimo (si spera).
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