hoogerheide l’ho visto da upcycle, dove l’ho commentato e l’ho bevuto.
L’occasione era una scusa, una scusa per bere ovviamente, ma anche per ragionare alticci su ciò che il ciclocross è oggi, lassù tra le spire dell’iride, ma pure quaggiù dove il cross torna vivace con una faccia nuova, più punk e più sanguigna (e così il sangue compare pure qua). due mondi che talvolta faticano a conoscersi, e a parlarsi. di tutto ciò, suppergiù, ne scrivevo altrove:
Il ciclocross è un diamante splendente (benchè infangato) che viene tenuto nascosto. (…) Le gare clandestine, partite dagli USA e diffusesi velocemente anche in Europa, hanno un successo insperato. Competizioni auto-organizzate come il circuito italiano delle “Singlespeed Series” crescono esponenzialmente anno dopo anno, arrivando a raccogliere centinaia di partecipanti e un’eco persino internazionale. (…) L’occasione è ghiotta, insomma. Qualcuno laggiù, nel grigio e conservatore mondo del ciclismo istituzionale o nei vuoti corridoi delle sedi Rai, riuscirà a coglierla? Io scommetto di no. Come per la pista, anche con il cross assisteremo a un’altra opportunità sprecata… a una permanenza nell’underground che, se da un lato è bellissima e tira fuori il meglio da ognuno, da un altro rischia di condannare anche questa vitalità ad un declino più o meno lento.
tutta questa sbrodolata serve per introdurre quattro video, bellissimi, che hanno accompagnato la bevuta del mondiale di domenica, a cavallo tra passato e presente. il futuro chissà. questa è una sfida all’embedding di wordpress, in fondo. Continua a leggere →