Ogni tanto sembra che parlare di ciclisti non sia così diverso dal parlare di cronaca nera. ma non è un’impressione, è davvero la realtà nella sua faccia più cruda, spietata, ordinaria. il mondo in cui abbiamo scelto di vivere, che abbiamo costruito, è fatto così, una danza macabra sui cadaveri, un balletto stretto tra la nostra vita e la madrina della strage, che da tempo ha posato la falce in nome di un ben più efficace paraurti.
ai risvegli di merda non ci si abitua mai. meno di un mese fa era toccato a mike hall, che per quanto lo avessi incontrato nemmeno 10 volte in tutta la mia vita, finivo per considerare un amico. oggi il telefono non smette di vibrare e tocca a una di quelle persone conosciute prevalentemente attraverso uno schermo televisivo, bucato dalla loro umanità.