dato che il giro d’italia lo seguo dal divano (più o meno, qui), qua sopra ci vanno solo dei pensieri a cazzo. senza sangue, per ora, solo lividi.
a belfast è successo che c’era un botto di gente, e questa roba va sottolineata. e non solo in strada, perchè il coinvolgimento è stato a 360°, iniziato mesi prima. le partenze da lontano tolgono energie ai corridori, sono difficilmente sostenibili e creano complicazioni organizzative, pero’ capita che diano tanto. specie se il confronto è lo sconforto italiano.
ed è bellissimo apprezzare tutto cio’ nel tardo pomeriggio, nell’ora della birra per eccellenza. sarà il fuso orario o non so che, ma questi esperimenti vanno ripetuti nei limiti del possibile. specie se lo spettacolo è una corsa strepitosa come la cronosquadre, disciplina mai sufficientemente apprezzata, che invece dovrebbe stare nella norma di ogni corsa a tappe, e godere anche di maggiori kilometraggi.
un plauso alla greenedge, che vince con pieno merito e aiutata da un sorteggio fortunato per l’ordine di partenza. mi aspettavo più movistar, ma gli aussie a spirito di squadra non hanno eguali, e spesso la cronosquadre la si vince così. la maglia a tuft ne è l’esempio perfetto, lo spirito di squadra è anche quello di regalare una maglia rosa per il compleanno a un compagno che per tutto l’anno si fa il culo a prender vento. è una conclusione perfetta per uno sforzo di gruppo.
il resto è asfalto. e sulla rai oggi non parlo, che è troppo facile sparare su ambulanze cariche.